Lettera per Roberto Benigni

Lettera aperta di Sharon Bellettini a Roberto Benigni
“La vita è bella”

domenica 13 settembre 2015,

Buongiorno Roberto Benigni,

Salve, sono stata incaricata dalla mia professoressa di scrivere un tema sulla dichiarazione da lei pronunciata durante la sua vittoria agli oscar per il film "La vita è bella". Le scrivo perchè sarei felice di renderla partecipe del mio lavoro.
"Ringrazio i miei genitori a Vergaio per il più grande dono: la povertà". Queste sono le parole pronunciate da Roberto Benigni durante la premiazione del suo film -La vita è bella- nella notte degli Oscar. Un'affermazione forte, travolgente e inizialmente non compresa dai numerosi ascoltatori che, ogni anno, si immedesimano negli attori e nei cantanti vestiti in modi costosi che solo la ricchezza materiale può concedere. Io condivido questa dichiarazione poichè, so per esperienza, non essendo una ragazza che naviga nell'oro, che avere poche cose insegna di più che possederne molte. Tuttavia tanti articoli che commentavano negativamente la frase di Roberto Benigni sono stati pubblicati, facendo emergere i valori e i pensieri della società odierna: il potere e il denaro. Questi ultimi sono considerati fondamentali per condurre una vita migliore e anche travolgente. Malgrado il pensiero di Benigni venga oggi definito "nobile", nessuno lo condivide realmente poichè il giudizio comune è che la ricchezza porta felicità pertanto aiuta ad avere pochi problemi e molti più amici. La mia più grande preoccupazione è sentire giovani affermare che sono amici di altri ragazzi benestanti, poichè i genitori hanno consigliato loro di avere conoscenze "importanti" e che un giorno possano portare una sorta di profitto. Mi interrogo ripetutamente su come questi pensieri siano entrati nel cervello e nell'anima delle persone e come non si siano ancora scontrati con i loro cuori. Come possiamo considerare la ricchezza materiale un valore primario? è mia profonda convinzione che il denaro ed il potere non possano comprare l'amore delle persone. Mio padre è un semplice operaio e lavora tutto il giorno, recandosi a casa solo la sera. Non guadagna molto ma basta e avanza per condurre la vita che ho la possibilità di affrontare. Mio padre, mia madre ed io non siamo ricchi ma ciò che ci riempie di più sono i momenti insieme, le chiacchierate, le risate, i pianti che ci legano più di ogni banconota verde. Ho tanti amici benestanti ma la casa in cui ci riuniamo è sempre la mia, mancante di videogiochi, di televisori forniti di effetti particolari, di numerose camere da letto. Migliaia di persone nel mondo non hanno cibo e acqua, vedono amici morire ma riescono a trovare la forza di andare avanti. Non hanno denaro, non hanno diritti ma hanno qualcosa che diversi uomini ricchi dimenticano: la fede. La fede in un Dio, la fede in un padre, la fede in un amico, la fede in un domani migliore. Quindi è vero, dimostrato, accertato che la povertà è un dono grande perchè quando si hanno poche cose diventa necessario apprezzarle in modo estremo. Vedo ragazzi circondati da persone definite amiche ma che non provano o trasmettono un briciolo di affetto. Vedo il bisogno e la dipendenza surclassare l'amore. Mi rattristo perchè gioveremmo di più da un passo indietro rispetto ad uno in avanti. Piango perchè inseguiamo valori sopravvalutati e dimentichiamo che "La vita è bella".

Sharon Bellettini 16 anni, Forlì

Autore: Sharon Bellettini

Lettera per Roberto Benigni. Lettera 63.

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