Lettera per Paolo Sorrentino

Lettera aperta di Giulia Cortella a Paolo Sorrentino
“Tutti devono vedere la grande bellezza”

domenica 9 marzo 2014,

Buongiorno Paolo Sorrentino,

Tutti devono vedere La Grande Bellezza.

Sopra la testa il mare di Napoli. Nel sole che scalda, sugli scogli taglienti, arroventati dal caldo, una fanciulla sorride nel cuore traboccante sentimento d'amore. Un giovane ride stupito davanti alla sua musa.
Scriverà un libro, una sorta di Grande Gatsby, alla ricerca della sua luce verde, di quel sorriso d'amore e di bellezza perduto per sempre ma a sua insaputa coltivato nel cuore segretamente, come una giovane palma.
Le rughe si sono fatte spesse nel viso, solchi profondi avezzi alle smorfie e ai sorrisi.
Hanno visto molto gli occhi blu incavati sotto le grotte dei sopraccigli mobili  e intelligenti. Jep Gambardella sorride, osserva intento la vita intorno a sé, si commuove alla vista di bambini in labirinti di verde italiano tra sassetti di ghiaino.
In silenzio con sguardi profondi scava tra la realtà che lo circonda andando a fondo a scandagliare l'animo umano.
La sua cifra è il disincanto, la disillusione, la distruzione, il disvelamento: dire in faccia quello che tutti pensano e non dicono.
Tutto è già vissuto, tutto è già passato eppure c'è qualche cosa nel suo cuore; un sentimento distruttivo e caustico lo pervade ma sotto la cenere del fuoco che arde devastante vi è un anelito all'oltre, un desiderio che lo richiama alle stelle, verso cieli spaziosi dove luci, uccelli, aerei o astronavi trascorrono nel silenzio della notte o tra i rumori del giorno.
Jep guarda il cielo.
E poi, di giorno, guarda il mare sul soffitto con gli occhi della mente.
Il mare azzurro, il cielo azzurro ricorrono e lo richiamano alla lontananza, verso lo spazio profondo e disabitato dell'anima.
Messosi a nudo, Jep potrà finalmente ritrovare persone sullo sfondo di quel mare e nel cielo fenicotteri bellissimi che si posano sul suo balcone per volere divino. La sua rinascita si compie nel loro volo e alla
fine il solo ricordo di quella giovanile tenerezza marina gli farà capire quanto era stata importante la sua vita, quanto aveva perduto di se stesso e chi era lui, da dove veniva e qual era la sua destinazione. E tra il   bla bla dell'esistenza ecco riscoprire la profondità del sentimento immobile, l'anelito all'amore profondo, al richiamo della bellezza.  Jep capisce che cosa sia. Nel suo giovane cuore di ragazzo gli era stato facile coltivare giardini d'amore e tenerezza. E poi l'ambizione e il successo l'avevano preso per mano fino a Roma caput mundi pulchritudinis et turpitudinis Urbs. Vi sono due aspetti in lui: quello oscuro e quello diurno. In contrasto tra loro.
La notte ossessiva e tribale, il giorno etereo e mistico.
Jep bilancia la sua vita con figure di riferimento: la domestica, la direttrice del giornale, figure materne che creano armonia nella sua vita.
Ma l'amore manca.
Ramona è capace di far breccia ma si allontana troppo presto.
E allora che cosa rimane se non scrivere di sè? Ritornare alle radici che sono importanti, alla musa marina primigenia, ad esprimere ciò che, per troppo tempo, sul fondo, era rimasto silente e senza voce? Perchè no?

Autore: Giulia Cortella

Lettera per Paolo Sorrentino. Lettera 10.

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