Lettera per Luciana Littizzetto

Lettera aperta di chiara a Luciana Littizzetto
“Poesia”

lunedì 25 dicembre 2017,

Buongiorno Luciana Littizzetto,
Ti scrivo perché vorrei mandarti (ti do del tu, perché il Lei mi pare troppo formale) una poesia che mi è venuta in mente. Te la vorrei inviare, poiché tu tratti spesso temi attuali e problemi sociali che affliggono, soprattutto, i giovani. La poesia tratta dell'anoressia e sarebbe bello se ne parlassi in qualche trasmissione, visto che è un problema molto diffuso tra le ragazze (anche tra i ragazzi, in realtà) di cui però si discorre troppo poco, a mio parere, così, molte ragazze, come me qualche anno fa (ho 16 anni) potrebbero capire a cosa stanno andando incontro smettendo di mangiare. Spero che ti piaccia,
Buona serata.
Ciao, amico mio,
Che poi tanto amico non sei,
Ciao!
Tu che punti il dito
Contro di me,
Mi dici che sono grassa,
Che dovrei dimagrire,
Che ti faccio schifo,
Ora che sono pelle e ossa,
Ora che il mio viso è scarno
E il pallore mi incatena,
E le mie gambe sono emaciate
E le mie braccia sono gonfie
Per tutte le flebo che mi fanno,
Ora che sembro uno scheletro
E l'ago della bilancia
Non fa che scendere
E il respiro si fa affannato
E il mio cuore rallenta,
Ora che non mi reggo in piedi,
Ora che vado a correre
Tutte le mattine,
Ma non ho neppure la forza
Per respirare,
Ora che devo sopportare
Visite e psicologi e psichiatri
E ho perso la possibilità
Di sentirmi viva
E di condurre un'esistenza normale,
Di giocare con il mio cane
Di bere una vodka liscia,
Perché ho paura
Di quante calorie possa contenere;
Ora che mi senti pronunciare
La parola anoressia
Come se parlassi
Della mia migliore amica,
Ora che tutti i vestiti
Si fanno larghi
E quando cammino in strada
Tutti mi guardano,
Ora ti piaccio?
Con i capelli che cadono
E i denti gialli, dimmi,
Deficiente: ti piaccio?
Forse solo ora mi puoi
Veramente guardare
E scoprire
Il mostro che hai creato
Solo con le tue maledette parole,
Puoi vedere le lacrime
Che prima neppure ti bagnavano,
Quelle lacrime che sono
I tuoi maledetti giudizi,
Forse solo ora
Puoi essere veramente preoccupato
E pensare
Che escludere un ragazzo,
Un ragazzo come te,
Solo perché è diverso,
Solo perché eccelle a scuola
E non segue i social network,
Solo perché
Non ha il fisico di un modello,
Solo perché ama leggere
E vuole bene ai genitori,
Solo perché è più maturo di te,
Ma non lo puoi riconoscere,
Solo perché prova a farti riflettere
Su quello che è giusto
E su ciò che, invece, è sbagliato,
Solo perché
Si interessa alle lezioni,
Puoi pensare che escluderlo
Sia stato un errore,
Ora che è ricoverato
Tra i muri bianchi
Dell'ospedale infantile di Torino,
Ora che deve sopportare
I sermoni dei dottori
E il dolore, e l'umiliazione
Di un sondino nel naso,
Ora che lo hai distrutto
Puoi renderti conto
Di essere stato un idiota,
Oppure puoi non pensarci,
Chiudere i rimorsi
In una scatola con il lucchetto
E lasciarli marcire
Fino a che il tempo
Ti aiuterà a cancellarli.
Puoi non pensarci,
Tanto, anche se
Per i tuoi amici sei il mito
Da seguire e imitare
Per lui, o lei,
Non sei altro che una delle tante voci
Che lo hanno ferito
E che, quando crescerà,
Dimenticherà facilmente,
Perché anche lui, o lei,
Avrà soddisfazioni e amici,
Sicuramente migliori
Di te.

Autore: chiara

Lettera per Luciana Littizzetto. Lettera 163.

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