Lettera per Flavio Briatore

Lettera aperta di Chiara a Flavio Briatore
“Il "gioco" che ha distrutto il mio mondo”

martedì 20 novembre 2012,

Salve Flavio Briatore,
mi chiamo Chiara, 19enne della provincia di Napoli. Non conosco nè il personaggio nè la persona che lei è, ma conosco il cuore delle persone che mi hanno parlato di lei, per questo le scrivo sperando che legga. Sa, la sensazione che si ha a 17 o 18 anni, come se nessuno nella storia del mondo sia mai stato così amico, abbia amato così profondamente, riso così forte o ci abbia tenuto così tanto, non ho mai provato questa sensazione. Il mio mondo è crollato quando sei anni fa i miei genitori dissero a me e ai miei due fratelli più piccoli che mio padre aveva il vizio del gioco. Nessuno parla mai di questa malattia, nessuno crede sia possibile che l'anima possa essere deturpata, annichilita da un "gioco" per di più "legale"! Tuttavia io credo che solo perchè il sistema lo permette non significa che sia giusto! Sei anni fa venimmo a conoscenza di una realtà che andava avanti da più di 10 anni, di un vortice dal quale ormai noi cinque non potevamo più uscire fuori. Quanti sforzi, quanti sacrifici, quanta fiducia e quanta fede si deve avere per continuare a vivere con una persona del genere in casa, quanto perdono... Cosa potevamo capire io e miei fratelli per quanto eravamo piccoli, era un qualcosa più grande di noi, ma ci siamo fidati, l'abbiamo sostenuto e abbiamo creduto alle sue parole, e sembrava finita. Questo Settembre, la bomba è scoppiata nuovamente.
Non posso andare all'università, per non parlare dei sogni di entrare in qualche accademia, i miei fratelli a stento hanno comprato due libri dall'inizio dell'anno scolastico, non possiamo permetterci una palestra, il calcetto, niente che posso distrarci da quest'agonia, io e mia madre cerchiamo lavoro ogni giorno e tutte le porte ce le sbattono in faccia, l'affitto e le bollette sono arretrate, i debiti aumentano per gli interessi. Lui se n'è andato... dopo mesi e anni di bugie ha cercato aiuto in un centro sociale. Le persone che ci sono intorno non ci aiutano, siamo noi a dover consolare loro perchè quando ci confidiamo sono più spaventate di noi. La speranza, è l'unica cosa che ci fa andare avanti, che ci fa superare il giorno, e soprattutto la notte, la speranza che ci sia ancora qualcosa per cui lottare in questo schifo di vita.
E' umiliante per me mettermi a nudo raccontando queste cose, è straziante sapere che forse c'è chi sta peggio di noi, ma io amo la mia famiglia, sono fiduciosa del fatto che ci riprenderemo in qualche modo, ed è per questo che mi appello al suo cuore.
Non voglio diventare un caso da "C'è posta per te..", ma abbiamo bisogno di aiuto, di chiudere tutti i debiti, di pagare le cure a mio padre, e speravo di trovare questo aiuto in lei, anche se di poco, io lo spero con tutto il cuore.
Ho capito che la vita è troppo breve per essere tristi, per disperarsi, per lamentarsi, che bisogna sbracciarsi le maniche e lottare, ma a volte è tanto dura, è tutto buio, e la giustizia non esiste. Sembra tutto falso. Quest’idea che i buoni avranno cose belle, nel mondo c’è magia, gli umili e i giusti trionferanno; c’è tanta gente che soffre e che si illude che sia vero. Troppe preghiere non vengono esaudite. Ogni giorno ignoriamo quanto questo mondo possa essere guasto, continiuamo a riperterci che tutto andrà bene, ma non è vero. E quando l’hai capito non torni più indietro. Non c’è magia nel mondo, almeno oggi non c’è.
Mi appello al suo cuore,
con tutta la speranza di cui dispongo,
Chiara

Autore: Chiara

Lettera per Flavio Briatore. Lettera 14.

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