Lettera per Charlize Theron

Lettera aperta di Francesco a Charlize Theron
“L'Emozione”

domenica 7 aprile 2019,

Ciao Charlize Teron,
spero tu possa leggere.

I profumi sono espansioni intangibili che liberi vagano nell'aria esile, si
sovrappongono e si confondono. Sono come la poesia che immateriale,
veleggia e si intreccia anche con ogni Emozione.
Si, l'Emozione. Proprio quell' Emozione che tradotta in parole genera un
senso ulteriore e immortale.
Per coerenza non definirò l'Emozione e non la costringerò così nella
prigione dei significati che, ristretti alla sola semantica, rassicurano a
dispetto di un' espansione più significante.
Parole che a volte vengono adattate all'uso e più sono conformi o scontate
tanto meno sono capaci di portare con loro la fragranza che le fa
riconoscere forti in chi ci ascolta. Credo, infatti, che ogni definizione e
quindi ogni limite, ideale o reale, generi sempre ipocrisia e con essa il
disastro interiore al quale ci si abitua, stentando così, con il tempo, a
riconoscerlo. Ogni confine rasserena ma rende inservibile e arido ogni
segno vitale tanto che è nell'apatia che trova la morte precoce uno dei più
intensi sensi della vita.
Emozione e quindi compimento del desiderio, quello tanto vero quanto
nascosto, ignorato, amato, odiato, cercato, abbandonato, ritrovato e vissuto
internamente, in maniera irragionevole, convulso e schizofrenico perchè
acutizzato dal divieto stesso....come se il Tempo concesso, cessasse
nell'attimo seguente.
Spesso il desiderio di una Emozione vera ma lontana dalla concretezza invita
a ricalcare il Ricordo di passate e brevi illusioni, armonizzate
temporaneamente dalla scoperta del sè, che si confondono in letti testimoni,
solo di una profonda monotonia sui quali, non nascono più neppure le
speranze certi che il ripetersi degli istinti basti e avanzi in questa unica
vita.

In tutto questo, sostenere le Forme così come le inclinazioni Mistiche e le
Finzioni, facilita la nascita di un' individuo il quale, oltre ad
appiattire a se stesso, concepirà proprie verità, a dispetto di quelle
universali. Ciò lo allontanerà dalle possibilità che ammettono il
mutamento.
L'Emozione, così annichilita, si trasforma in un trastullo la quale, si
eleva per pochi istanti e ne decade in quelli seguenti, tanto che il declino
prende il sopravvento sulla vita e sulla bellezza, mentre si esilia un mondo
diverso di intendere i silenzi, le pause e le sfumature.
Di fronte al cordoglio per l'Emozione la coscienza si ribella ed impone che
la maschera sia una possibilità per rappresentarsi. Essa protegge al punto
tale da farci assumere quel ruolo che ci induce a recitare, quasi
liturgicamente, una frase a dispetto della vita che volevamo e che
sognavamo, mentre ciechi e sordi diaconi additiamo, a virtuoso esempio, le
portatrici del Velo esteriore.
Nasce da questo conflitto l'audace dissenso ad alcune simulazioni, in cui
Tutti, chi più chi meno, interpretano la parte "migliore di sè" sul quel
palcoscenico della vita dove ogni spettatore è anche il valente attore del
dramma in cui non c'è alcun copione e nessuna parte da imparare : si recita
semplicemente a soggetto.
Nell'ultima scena, l'Emozione, chiusa la rappresentazione, si ribella sempre
alla morte atroce e ne risorge come l'Araba Fenice, a dispetto di chi la
vorrebbe ogni volta, definitivamente nell'Ade.
E' nei sogni che la vita ci chiede conto della realtà. Lì...a ben pensarci,
ogni debito è pagato senza nessuno sconto.
Tutto questo non vuole essere una giustificazione al mio comportamento, ma
semplicemente un pensiero condiviso con chi saprà capire

Autore: Francesco

Lettera per Charlize Theron. Lettera 7.

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