Lettera per Gabriele Salvatores
Lettera aperta di Claudio Zarcone a Gabriele Salvatores
“Appello a Salvatores”
sabato 27 settembre 2014,
Buongiorno Gabriele Salvatores,
sono Claudio Zarcone, il padre di Norman, il dottorando di ricerca “cum laude” che si è suicidato a Palermo per protestare contro le baronie universitarie, il 13 settembre 2010.
Fino a quel maledetto 13 settembre 2010 credevo di essere uomo, professionista impegnato, poi mio figlio Norman, ventisette anni, al terzo e ultimo anno del dottorato di ricerca in Filosofia del Linguaggio (senza borsa e senza raccomandazioni), laureatosi con 110 e lode in Filosofia della Conoscenza e della Comunicazione, specializzatosi con 110 e lode in Filosofia e Storia delle Idee, ha deciso di protestare contro il vassallaggio e le concezioni familistiche e autoconservative della sua Facoltà e di tutto l’Ateneo di Palermo, che – ahinoi – non lasciano spazio alla meritocrazia. Norman ha gridato il suo “no” viscerale, sordo, sofferto, tormentato (e malauguratamente, a suo modo di vedere, anche catartico) a questo sistema nel modo più eclatante e, purtroppo, consapevole, lacerante: lanciandosi dal settimo piano della sua stessa Facoltà, per rendere il suo gesto ancor più simbolico ed esplosivo. Avverto ancora l’odore del suo sangue sull’asfalto e vengo devastato dalle immagini del suo corpo spiaccicato al suolo, immerso nella sua materia cerebrale fuoriuscita dalla scatola cranica. Non è morto sul colpo, ha avuto il tempo di capire (me lo ha detto la guardia giurata che è giunta sul posto prima di tutti), dopo aver provato la paura mentre attraversava velocemente i sette piani della sua Facoltà, uno per uno, prima di cadere al suolo ed esperire empiricamente la veridicità del sistema gravitazionale terrestre e delle teorie newtoniane da lui studiate sui libri.
Mi perdoni la crudezza del linguaggio, ma penso sia l’ora di uscire dal politicamente corretto delle locuzioni eufemistiche che noi giornalisti spesso usiamo: mio figlio non è “scomparso”, è “morto”, “suicidato” dal sistema delle cortesie incrociate e delle raccomandazioni legate all’appartenenza a una scuderia accademica.
Non me lo hanno neanche fatto vedere. Ho visto solo la sua bara chiusa e lo immaginavo là dentro, fatto a brandelli da un sistema feudale che è forte, potente, sorgivo di accordi, sotterfugi e rifiuto della dignità umana. Norman invece aveva tanta dignità e d’estate faceva il bagnino presso un circolo nautico per venticinque euro al giorno, dodici ore al giorno (e non perché in famiglia ci fossero problemi economici, ma solo per l’etica del lavoro, mi diceva); poi, quando finiva di lavorare, studiava di notte i suoi testi astrusi, che comunque amava (logica ed epistemologia).
Mio figlio non viveva nessun disagio familiare o giovanile e soprattutto non era un depresso, anzi, gli amici lo chiamavano “Zuzzurellone” perché sapeva coniugare la solennità dei suoi studi ad una concezione allegra e briosa della vita.
La mia famiglia è distrutta, anche io sono distrutto e non riesco più a vivere: a fare il giornalista, a compiere i più naturali riti quotidiani. Niente. Solo l’unico scopo di non far morire insieme a Norman, la sua memoria di giovane studioso, altruista e impegnato su molti fronti (era anche musicista, tastierista dei Malatempora).
Norman era diventato anche giornalista pubblicista e voleva dedicarsi alle inchieste di mafia in un quartiere difficile come il nostro, Brancaccio, a Palermo. Lo stesso di don Pino Puglisi (che conoscevamo bene, è stato anche il mio insegnante di religione alle medie). L’Ordine dei giornalisti di Sicilia ha bandito due borse di studio annuali alla memoria di Norman, il collega Norman Zarcone.
Il Comune di Palermo ha intestato una piazza a Norman, la cui lapide è stata scoperta il 13 settembre dello scorso 2013 dal sindaco Orlando e lo stesso Primo cittadino ha comunicato agli organi di informazione in quella data, di aver inviato un appello al Capo dello Stato, al Presidente del Consiglio e al ministro del Miur, affinché il 13 settembre diventi “Giornata nazionale del merito universitario” .
Fra i primi firmatari della petizione del Sindaco figurano notissimi intellettuali: Massimo Cacciari, Gianni Vattimo, Marcello Veneziani, Franco Cardini, Armando Plebe, Fulvio Abbate, Ignazio Marino. Ma la politica, come al solito, ti dà al massimo, una pacca sulla spalla. Ed io sono stanco di pacche sulle spalle, voglio invece gridare con la voce di mio figlio!
La politica trova scomodo il nome di Norman, ecco perché tace. Ma il sindaco di Palermo, Luca Orlando (persona sensibile e perbene), vuole fare un altro passo in avanti, proclamando per il prossimo 18 gennaio - data di nascita di mio figlio - la "Giornata del merito in memoria di Norman" nella città di Palermo, sperando che a livello nazionale si segua l'esempio. Ci sarà una manifestazione e un concerto: suonerò io, dopo trent'anni, con gli amici di mio figlio, i "Malatempora" e qualche altro artista locale.
Egregio Salvatores, sarebbe il massimo se lei potesse venire alla manifestazione per quella data, si muoverebbe la stampa nazionale e anche l'opinione pubblica. Mi faccia sapere,
cordialmente,
Claudio Zarcone
P.S. Norman era interista come me e come lei, lo stesso Massimo Moratti ha voluto incontrarci a Milano ed è venuto a Palermo a rendere omaggio a mio figlio. Basta cliccare su Google e vedrà che la notizia è vera.
Autore: Claudio Zarcone
Lettera per Gabriele Salvatores. Lettera 17.
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