Lettera per Carlo Verdone

Lettera aperta di Edmondo Dantès a Carlo Verdone
“L'ENNESIMA visione di "C'era un cinese in come"”

domenica 31 maggio 2015,

Buongiorno Carlo Verdone,
sono un sedicente "cineasta" (e ci tengo al virgolettato) trentenne che ha avuto la fortuna/il piacere di crescere anche grazie ai suoi film. Mi vanto di avere, come dicevo, una autoproclamata cultura cinematografica, da appassionato, credo di aver visto e anche apprezzato ogni sua pellicola, nel bene o nel male, dagli esordi alle ultime opere, apprezzando dal punto di vista squisitamente tecnico a quello personale... Nonostante sia un suo accanito sostenitore, dalle interpretazioni meno riuscite (secondo me) nei Manuale d'amore ai capolavori tipo Sette chili in sette giorni, avrei una domanda: in C'era un cinese in coma, il messaggio di base, è la rivincita di quel tipo di personaggio che Lei va raccontando da anni oppure un racconto decisamente cinico di quello che le succedeva intorno? Ci penso dalla prima volta in cui l'ho visto, in ogni caso è un livello di commedia misto tragedia in cui rivedo la gran parte dei film in cui un certo Alberto Sordi (Alberto Sordi), a mio avviso, aveva dato il meglio... Mi piacerebbe avere un suo parere, a 15 anni di distanza!
Con affetto,
un ammiratore

Autore: Edmondo Dantès

Lettera per Carlo Verdone. Lettera 175.

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