Lettera per Roberto Benigni

Lettera aperta di Dante Morelli a Roberto Benigni
“Cantico dei cantici”

venerdì 7 febbraio 2020,

Buongiorno Roberto Benigni,

È sempre emozionante e divertente, oltre che istruttivo ascoltarti.
In merito al Cantico dei Cantici, trovo, che anch’io studio da vari decenni, insolita la versione da te presentata e anche inedita. Ili ti pare esprimere in maniera devota, leale,casta, l’amore tra la Sulamita è il suo caro pastore e presenta illibata la ragazza che resiste alle avance del re proprio perché desidera preservarsi pura per il futuro sposo. Da ricordare che poteva rischiare la pena di morte sotto la legge di Mosè chi commettesse immoralità o facesse sesso prima del matrimonio.
Dunque Roberto la versione “hard” da te declamata, sessualmente esplicita, pare più una rivisitazione moderna in un’era dove “l’amore” ha perso la privacy, l’intimità, il decoro e ciò che è naturale in cambio di ciò che è contro natura. Che poi il tutto si applichi alle coppie gay è del tutto fuori luogo. Gesù insegnò che Dio creo l’uomo e la donna, li unì in matrimonio facendone una sola carne. Una coppia diversa sarebbe una deviazione dal puro santo vero amore che Dio ci insegna. Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore.
Dunque Roberto pare proprio che non conosci minimamente i pensieri di Dio ma ti affidi ai mutevoli e decadenti pensieri umani distorcendo il puro messaggio delle sacre scritture.

Autore: Dante Morelli

Lettera per Roberto Benigni. Lettera 182.

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