Lettera per Paolo Sorrentino
Lettera aperta di Viola a Paolo Sorrentino
“La solitudine, la pioggia, le strade”
mercoledì 15 aprile 2020,
Buongiorno Paolo Sorrentino, per chi scrive e per chi crede di saper scrivere, vedere le proprie emozioni trasparire dal volto di un attore dev'essere la massima soddisfazione in Terra. Io, Viola, donna che crede di saper scrivere, a Parigi, dove finii per via di un amore profondo, conobbi un clochard sorprendentemente napoletano, che un freddo mattino di novembre mi spintonò facendomi ruzzolare in terra e da quell'episodio nacque un'amicizia dell'altro mondo, destinata a durare un soffio. A quel barbone confessai intimi dannati segreti che mi portavo dentro da una vita, dei quali nessuno al mondo era al corrente. E miracolosamente la cosa mi guarì dalla paura che fin dall'infanzia accompagnava la mia esistenza. Rientrata in Patria, scrissi di Gennaro, pizzaiolo napoletano messo in ginocchio dal grande dolore che l'aveva indotto a fuggire dal sole e dal mare di Napoli, fino alle strade piovose di Parigi dove si era tramutato nel clochard Théo e da me assunto a psicologo. Mai più lo rividi, quel Gennaro-Théo. Ormai gli anni son passati, ma ricordo la sua bellezza filtrare da sotto l'aspetto malandato e vorrei essere un regista per poter fermare la sua immensità sullo schermo. Tutto qui.
Autore: Viola
Lettera per Paolo Sorrentino. Lettera 182.
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