Lettera per Giuseppe Tornatore

Lettera aperta di Filippo Tavormina a Giuseppe Tornatore
“Un simbolo di una terra.”

venerdì 8 febbraio 2019,

Caro Giuseppe Tornatore, sono uno studente siciliano e studio a Palermo, mi chiamo Filippo Tavormina e ho 22 anni. Le scrivo spinto dal desiderio di poter vedere in un film diretto da lei un simbolo della nostra terra, una persona che tanto si è spesa, promuovendo il suo popolo, lottando contro la mafia, le ingiustizie sociali e denunciando il tutto con una voce intensa e con una chitarra in mano. Le parlo di Rosa Balistreri, di cui sicuramente conosce già il nome e la fama. Questa donna merita di essere rappresentata e riconosciuta dal suo popolo e dalla patria intera come ricordo e come esempio da seguire. Il suo coraggio e la sua temerarietà meritano di essere esportate nella mia generazione che tanto ha bisogno di infiammarsi di amore per la propria terra, per la propria casa. Le ricordo anche che ha avuto una vita molto difficile con tanti eventi spiacevoli e direi che è compatibile con una rappresentazione cinematografica. Caro Giuseppe, permettimi di chiamarti solo per nome, e darti del tu; ti chiedo di considerare questa mia richiesta. Io ho 22 anni e se avverto questo desiderio, questo amore viscerale per questa terra è anche grazie a Rosa. Vorrei che tanti ragazzi e ragazze come me possano goderne e percepire attraverso la sua vita, la storia e la cultura siciliana. Rosa è come una nonna che ci racconta come andavano le cose di una volta e tanto mi ricorda mia nonna. Rosa è anche mia nonna, è la nonna di tutti noi.

Speranzoso di una tua risposta, ti saluto come un ventiduenne farebbe, aspettando, sempre speranzoso, di vedere un altro film bello come Baarìa, ma con Rosa Balistreri.

Filippo Tavormina

Autore: Filippo Tavormina