Lettera per Lino Banfi

Lettera aperta di ilchierico a Lino Banfi
“Dio e' morto”

giovedì 28 giugno 2018,

Buongiorno Lino Banfi,

e si vede che in pugliese le maiuscole non si sentono.

Scherzi a parte il Corriere ha il brutto vizio di scrivere di dio con la minuscola, e tale e' uscita la tua intervista che riporto papale papale. Non che mi interessi della cosa, non sono il Papa, ma vorrei sapere cosa ne pensi tu che sei l'intervistato. Dio lo pronunci con la maiuscola o con la minuscola? E come lo scrivi? Rispetto, dove e' finito il rispetto? Ti risparmio le polemiche sulle assonanze fra ministra e minestra.

Di seguito la tua intervista pubblicata sul Corriere il 28/06/2018:

A casa Banfi si incontrano e discutono i suoi personaggi più famosi: «Una discussione infinita! — dice Lino — di quelle diatribe che non finiscono mai. Presenti: Nonno Libero, Oronzo Canà, il Commissario Logatto e Pasquale Zagaria. E lo sapete qual era l’argomento? È giusto o no armarsi per difendersi dai ladri? Nonno Libero è d’accordo con la legittima difesa, ma senza pistola. Oronzo sentenzia: armare! armare! E se c’avete tempo pure in montagna! Logatto dice: ragazzi prima di comprare la pistola occorre prendere il porto d’armi... E alla parola “porto” insorge Zagaria: per carità! Il “porto” non lo nominiamo, sennò Salvini non ci fa sbarcare!».

Alla sua maniera, con la giusta dose di ironia, l’attore pugliese, rapinato ben due volte a distanza di anni, scherza sul tema e gioca con le parole. Poi ricorda i due episodi di cui è stato vittima: «Il primo è avvenuto più di trent’anni fa: una rapina a mano armata a casa dove erano presenti solo mia moglie e mia suocera. I malviventi avevano sequestrato il portiere, costringendolo a suonare il campanello. Mia moglie apre e i rapinatori vanno sicuri in camera da letto: sapevano del nascondiglio. Il bello è che la mia anziana suocera pensò si trattasse di una troupe televisiva che doveva fare delle fotografie! Io ero a Milano per lavoro e, quando seppi dell’accaduto, mi venne un accidente, che però ebbe un effetto positivo: per lo stress provato, smisi di fumare».

Il secondo episodio risale al 2013: «Rientravo a casa. Salgo in ascensore e mi trovo davanti un tizio col casco in testa: mi punta la pistola alla fronte, vuole il mio Rolex. Mentre si allontana, dice: “ringrazia dio che non entro con te a casa”». La morale? «Bisogna potersi difendere, ma sorge il dubbio: se hai una pistola in casa la nascondi e, se durante la rapina perdi tempo a cercarla, i ladri ti accoppano. Allora: vale davvero la pena?».

Autore: ilchierico

Lettera per Lino Banfi. Lettera 66.

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